Intelligenza artificiale, per Christopher Nolan non dobbiamo averne paura
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Lei deve essere cresciuto all’ombra della bomba.

Sono cresciuto negli anni Ottanta nel Regno Unito, durante la Campagna per il disarmo nucleare e tutto il resto. La gente era molto, molto consapevole. Quando avevo tredici anni, io e tutti i miei amici eravamo convinti che saremmo decessi a causa di un olocausto nucleare.

Ma non è successo, e il mondo è andato avanti.

L’altro giorno ne parlavo con Steven Spielberg. Lui è cresciuto durante la crisi dei missili di Cuba negli anni Sessanta La stessa cosa. Ci sono momenti nella storia dell’umanità in cui il pericolo di una guerra nucleare è stato così palpabile, tangibile e visibile da renderci molto consapevoli. Eppure, possiamo preoccuparci solo per un certo periodo di tempo; poi passiamo oltre. Ci preoccupiamo di altre cose. Il problema è che il pericolo non scompare.

Giusto. Un mese fa eravamo tutti preoccupati che Putin potesse seriamente ricorrere a un’arma nucleare.

Quello che ricordo degli anni Ottanta è che la paura della guerra nucleare era andata scemando a causa della paura per la crisi ambientale. Era quasi come se non fossimo in grado di sostenerne il timore per così tanto tempo. Abbiamo un rapporto complicato con la paura. E sì, Putin ci ha agitato in faccia la minaccia dell’apocalisse per spaventarci. È estremamente inquietante.

Inquietante quanto la minaccia di un’apocalisse scatenata dall’intelligenza artificiale?

Beh, l’integrazione dell’Ai negli armamenti e i problemi che ne deriveranno sono evidenti da molti anni. Pochi giornalisti si sono presi la briga di scriverne. Ora che esiste un chatbot in grado di scrivere un articolo per un giornale locale, improvvisamente è diventata una crisi.

Noi che lavoriamo nel settore di media abbiamo da anni un approccio ombelicale. Alcuni di noi scrivono di Ai solo perché ora abbiamo paura che ci tolga il lavoro.

Questo è parte del problema. Ognuno di noi ha un punto di vista molto, diciamo così, di parte. Il problema dell’intelligenza artificiale, per come la vedo io, è molto semplice. È come il termine algoritmo. Vediamo le aziende usare gli algoritmi, e ora l’Ai, come mezzo per sfuggire alla responsabilità delle loro azioni.

Mi spieghi meglio.

Se sosteniamo l’idea che l’Ai sia onnipotente, stiamo sostenendo l’idea che possa sollevare le persone dalla responsabilità delle loro azioni, dal punto di vista militare, socioeconomico o altro. Il pericolo maggiore dell’intelligenza artificiale è che le attribuiamo queste caratteristiche divine e quindi ci scrolliamo di dosso le responsabilità. Non so quale sia la mitologia alla base di questo fenomeno, ma nel corso della storia gli esseri umani hanno avuto questa tendenza a creare falsi idoli, a plasmare qualcosa a nostra immagine e somiglianza e poi dire che abbiamo poteri divini perché lo abbiamo fatto.



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di Maria Streshinsky www.wired.it 2023-06-25 04:50:00 ,

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